Percorsi da camminare distanziati
Quale migliore risorsa per camminare distanziati può essere quella di utilizzare gli argini del Senio e le strade vicinali di campagna? In qualche caso corroborate da qualche carraia da percorrere previo accordi – anche temporanei – con i proprietari?
Faccio qualche esempio per Castel Bolognese, la realtà che ben conosco.
A – In fondo a via Boccaccio si potrebbe andare a sinistra. Poi rientrare a Castello per via Burano e la ciclabile dell’Emilia. Oppure proseguire per il Ponte del Castello e tornare lungo la carraia adiacente all’Emilia fin dopo la chiesa della Pace, dalla quale per via Zanelli e via Serraglio giungere in via Canale presso l’isola ecologica. Oppure dal Ponte del Castello proseguire lungo l’argine sx verso Solarolo fino in corrispondenza della via Rezza percorsa la quale, percorrendo le vie Gradasso, Farosi, Pignattina ci si trova al Molino Scodellino poi, lungo la via Canale, a Castello.
B – In fondo a via Boccaccio seguire il percorso del parco fluviale. Arrivati al termine proseguire o per via Rossi o lungo l’argine fin dopo i casetti e girare a dx verso la chiesa di Biancanigo. Da dove prendere via Zirona e poco dopo a destra imboccare la vecchia via Marchesina che ci porta davanti al campo di calcio. Oppure proseguire sull’argine fino a Tebano, alla diga steccaia. Tornare lungo il canale dei Mulini sponda sx, attraversare il rio Cupa e immettersi nella via Marchesina vecchia.
Cosa servirebbe? Innanzitutto la proposta dovrebbe avere una veste istituzionale. Poi una semplice piantina del comune con disegnati i percorsi. Qualche piccola freccia di indicazione lungo essi. E il riassunto delle regole (distanziamento, mascherine). La partecipazione potrebbe essere delle singole persone, oppure delle famiglie che vivono assieme e che assieme hanno fatto la quarantena. Si potrebbe pensare anche a gruppi organizzati di più persone (non più di 15) con uno o due accompagnatori che controllano le regole (camminano distanziati e portano la mascherina).
Per variare il gioco si potrebbe pensare anche di fare i percorsi a cronometro: la partenza di una persona, o di una famiglia, ogni due minuti. Troverei la cosa curiosa e divertente. Questo gioco presupporrebbe l’iscrizione preventiva e l’indicazione precisa al minuto dell’orario di partenza, per evitare assembramenti. Poi, naturalmente, il buon senso delle persone e un certo livello di vigilanza.
Dicevo all’inizio. In questi casi occorrerebbe potere transitare lungo brevi tratti di carraie di campagna. Questo presupporrebbe il preventivo consenso, anche informale, dei proprietari. Consenso anche solo temporaneo e senza che costituisca alcun problema se qualcuno frappone un diniego.
Distanziamento vuole dire spalmare in un ambito territoriale più ampio le persone. Definire percorsi dalle città verso la campagna significa scegliere non solo una risposta al coronavirus, ma delineare la via di un futuro più sostenibile. Insomma, una strada obbligata. Ce lo dice la pandemia, ma sopratutto il tema del clima.
Sarebbe veramente bello ma per il momento lo vedo irrealizzabile. Tutti i percorsi sono impraticabili, invasi da erbacce e quant’altro. Inaccessibili per il divieto di proprietari di case nelle vicinanze e di contadini. Io che prediligo percorsi sterrati e sentieri collinari sarei certamente di aiuto se si potesse realizzare tutto questo
I problemi che denunci sono veri. Però se ne potrebbe parlare. Ci sono i diritti di ognuno, anche di chi cammina, che spesso vengono messi da parte perchè è la soluzione più comoda. Poi ci sono problemi reali che andrebbero gestiti parlandone fra gli interessati. Se la nostra è una comunità solidale, come spesso giustamente si dice, perchè non provarci?
E’ un argomento che riprenderò perchè non possiamo permetterci che sia calpestato il diritto alla mobilità, alla scoperta del territorio e anche al nomadismo, all’eremitaggio. Grazie per la collaborazione che spero tu possa fornire.