Politica

Amici marocchini, così non va.

Val Cimoliana (7)Un amico di cui mi fido, mi ha raccontato una storia davvero incresciosa. Un anno e mezzo fa ha affittato un appartamento ad una famiglia di nazionalità marocchina, referenziati da una agenzia locale. Non che avesse creduto di avere fatto un affare, ma quei soldi gli occorrevano.

Questo amico è una persona aperta e in molte occasioni nel corso dello svolgimento delle proprie attività lavorative e politiche ha aiutato tangibilmente le famiglie straniere, a partire da quelle marocchine. Ha visitato il Marrocco, traendo un giudizio positivo verso quella popolazione. Addirittura pensava che attraverso un amichevole rapporto con il proprio inquilino di potere approfondire la conoscenza di quel popolo. Insomma, era animato delle migliori intenzioni.

Purtroppo dopo circa un anno quel signore ha smesso di pagare l’affitto, facendo sapere indirettamente di avere perso il lavoro. Questo è avvenuto, purtroppo, a coronamento di una condotta discutibile con gli altri inquilini del palazzo. E’ parso abbia ospitato più persone del dovuto, che non abbia regolarmente contribuito al pagamento delle spese, che sia stato – seppure non volendo – elemento di destabilizzazione dell’armonia e del quieto vivere della casa.

Ora quel mio amico, che pure deve pagare le tasse sull’affitto che non riscuote – si trova in ambasce. Oltre a non percepire il dovuto, ad avere pagato spese di condominio a lui non ascrivibili, si sente al centro delle attenzioni degli altri abitanti del palazzo con i quali ha sempre avuto ottimi rapporti.

A malincuore ha scelto di adire le vie legali e aprire una procedura di sfratto, pur conscio delle ricadute sociali che potranno gravare sul Comune. Ma non poteva fare altro.

Questa vicenda insegna alcune cose. Quelle famiglie straniere che, sulla base di loro principi religiosi o altro, scelgono di rinunciare al contributo della moglie per la costituzione del proprio reddito familiare, a queste latitudini si troveranno sempre in difficoltà. Un solo reddito non riuscirà mai a sostenere una famiglia numerosa, dovendo pagare l’affitto.

In secondo luogo, condotte come quelle che ha dovuto subire questo mio amico, gettano ombre pesanti sulle famiglie di quei popoli, le quali si troveranno sempre in maggiori difficoltà ad essere accolte e ad integrarsi con gli indigeni.

Bisognerà che queste persone ragionino con molta cura su tali problematiche e che trovino in fretta ragionevoli vie d’uscita. Accoglienza, rispetto e integrazione dipenderanno molto anche dalle risposte che loro sapranno dare.

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Un commento

  1. Sono italiano e vivo in Francia… sono in qualche modo un “emigrato”, se per “emigrato” si intende vivere in un paese differente da quello in cui si è nati.
    A me non piace proprio quando, certo con molta “delicatezza”, sento una brava persona francese fare allusione a italiano=mafioso, italiano=bungabunga, italiano=ladro, italiano= furbo…
    Io ho nome e cognome, e rispondo di quello che faccio io, non di quello che fanno i mafiosi-bungabunga-ladri-furbi…
    Penso che la stessa cosa si dovrebbe dire e fare nei confronti dell’inquilino di cui parli… non si tratta di un “marocchino” o di un “italiano” o di “quelle persone”…, ma si tratta di “Nome Cognome” che ha precise responsabilità individuali. 🙂

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