Casse di espansione, ancora incertezze sui finanziamenti che dovranno garantire anche la rinaturalizzazione del territorio.
Nei giorni scorsi, nove consiglieri del partito di maggioranza al governo della nostra Regione, si sono attivati nei confronti della giunta regionale, chiedendo lumi circa il finanziamento delle casse di espansione del Senio a Cuffiano. L’iniziativa, quanto mai opportuna, è stata presa da Mirco Bagnari. L’interrogazione pone inoltre altri problemi ineludibili come una migliore e assidua manutenzione degli alvei dei fiumi romagnoli e di una maggiore cura della rete scolante.
Del tema del finanziamento delle casse di espansione se ne è parlato in gennaio a Fusignano in una partecipata iniziativa pubblica. Ne ho parlato in https://domenicosportelli.eu/2015/01/la-strada-giusta/. In quella sede, un tecnico del Servizio di Bacino disse, se non erro, che per quell’opera c’erano pochi soldi stanziati e che se tutto fosse andato per il verso giusto i lavori per collegare la cassa già completata avrebbero potuto iniziare entro quest’anno. Insomma, più ombre che luci. Quindi ben venga questa iniziativa nella speranza di avere buone nuove. Vedremo la risposta dalla quale capiremo come la Ragione intende muoversi circa un problema che non può più aspettare.
Restando in tema, vorrei aggiungere una considerazione. Il territorio ove vengono realizzate le casse di espansione, trasformando le cave di inerti a suo tempo autorizzate, risulta profondamente dilaniato nei suoi pregevoli aspetti naturalistici e produttivi. Esiste quindi il tema della rinaturalizzazione degli ambiti territoriali investiti. Tema questo per altro già citato nella relazione dei tecnici, preliminare al progetto, che così recita: “contestualmente all’intervento di natura prettamente idraulica, il progetto in esame ha considerato anche la necessità di una riqualificazione ambientale dell’area che verrà occupata dalle casse, sia la creazione, all’interno delle casse stesse, di serbatoi stagionali destinati ad usi irrigui ed al sostegno delle portate di magra nel periodo estivo.”
Da tutto ciò deriva la considerazione che nei costi di completamento dell’opera “casse” devono essere compresi quelli per la sistemazione del territorio in direzione della sua nuova vocazione naturale, quella del suo utilizzo come grande area di interesse naturalistico e ambientale. E’ quindi tempo che i Comuni coinvolti e la Regione ci dicano come intendono muoversi in questa direzione e sulla base di quale progettazione.
Si porrà poi il tema di capire tramite quali regole potrà essere consentito l’uso dei serbatoi stagionali per garantire che lungo il fiume scorra un filo d’acqua anche in estate.