Quanta ipocrisia
Da tempo nel Pd e a sinistra, si parla sempre più spesso di consumo del territorio, lasciando intendere che bisogna smettere di stendere cemento ed asfalto con nuove costruzioni e nuove strade. Pensando in alternativa a puntare sul recupero e sull’efficentamento di quello che già c’è. E, casomai, liberare, ove possibile, porzioni di terreno da riaffidare alla propria naturale funzione.
Se ne parla e lo si sbandiera come fiore all’occhiello, come prova di sagacia e di modernità positiva e responsabile. Alla prova dei fatti però sono troppo pochi quelli che alle parole fanno seguire i fatti. Giusto, così come si è comportata la sindaca di San Lazzaro. La quale sicuramente rischia, e vorrei pensare solo alla sua carriera politica, ma per la fondamentale ragione che si trova isolata. Se tutti, o anche solo la gran parte dei sindaci emiliano romagnoli seguissero il suo esempio, lei rischierebbe nulla. E a pagare sarebbero sicuramente i malavitosi.
Stamattina sono salito da Cuffiano al monte Ghebbio; h0 percorso il crinale fino a Riolo e sono ridisceso verso la strada maestra. Provate a fare quel giro e quando siete in alto, volgete lo sguardo a sinistra, verso valle. Poi pensate a come era quella fertilissima vallata anche solo venti anni fa, guardate come lo è oggi e a immaginate come potrà essere fra dieci anni, se non avverrà in fretta un “cambio di verso”. E non è certo questo un caso isolato.