Politica

I guai di un comune senza sindaco

Il monte Antelao
Il monte Antelao

Oramai da quarant’anni mi capita di passare periodi di vacanza in una bellissima cittadina del Cadore. Una città baciata dalla fortuna per essere collocata a ridosso della conca di Cortina d’Ampezzo, fra l’Antelao e il Pelmo, in uno degli scenari più belli del mondo. Una cittadina certamente molto ricca non sola di beni della natura, ma anche dal punto di vista economico.

Ho sempre avuto l’idea di un comune sostanzialmente bene amministrato. Qui non credo abbiano mai radicato i partiti, penso che il governo sia sempre stato affidato alle famiglie più facoltose e/o di saldi principi, protagoniste o in vista del paese. A volte ho colto in questo anche venature di politica progressista, certamente legata a determinate persone che, purtroppo, col tempo sono uscite di scena.

Nell’ultima tornata amministrativa questa comunità – alla quale voglio bene, non vorrei essere frainteso – non è riuscita a presentare nemmeno due liste che potessero confrontarsi e che consentissero ai cittadini di scegliere su programmi diversi. Segno evidente dell’entrata in crisi del modello politico pre-esistente. Il fatto è che ad elezioni con un’unica lista in lizza, evidentemente non composta o sostenuta dalle famiglie importanti, hanno partecipato in pochi: nemmeno la metà degli aventi diritti al voto, quindi le elezioni sono state annullate. Di conseguenza, la gestione del comune è stata affidata ad un commissario straordinario, con il compito del disbrigo degli affari correnti. Nei fatti, la paralisi amministrativa.

La conseguenza pratica è che in questi giorni di piena stagione estiva, la città appare in sonno. Non pare sia stata fatta la normale manutenzione delle strade, i sentieri non sembrano manutentati, nessun abbellimento floreale, pochissime iniziative di intrattenimento. Questi sono solo gli aspetti esteriori del problema, quelli che può vedere un turista. Ci saranno invece aspetti più importanti relativi al futuro del paese sui quali certamente li abitanti staranno riflettendo e che quasi certamente la prossima volta li condurrà alle urne.

Questa situazione mi porge il destro per una brevissima riflessione sulla politica e i partiti.
Qualunque cosa se ne dica, un regime democratico non può essere governato senza scegliere, quindi senza la politica. Per scegliere democraticamente le persone debbono aggregarsi; lo strumento cardine (certamente – e per fortuna – non l’unico) per l’aggregazione delle persone sono i partiti democratici, sostenuti da ideali solidi e duraturi.
Ecco quindi un tema sui quali debbono riflettere tutte le persone che si accaniscono, in via di principio, contro la politica, i partiti e le istituzioni costituzionali.

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