Quel senso civico che ad alcuni manca
Confesso il personale, profondo disagio nel constatare lo scarso senso civico dimostrato da qualche cittadino proprio nel momento in cui si vorrebbe accreditare, giustamente, l’idea di una città “attiva”.
L’antefatto. Da anni, in 4-5 persone, curiamo con lavoro volontario la manutenzione dell’area ove sorge il Monumento nazionale ai Caduti per la Bonifica dei Campi Minati. Potiamo le siepi, gli alberi e gli arbusti; rasiamo l’erba, coltiviamo le aiuole; ad anni alterni laviamo il monumento. Lo facciamo volontariamente, tutto l’anno, sotto la vigilanza dell’Ufficio Tecnico comunale. Oltre al lavoro manuale, di nostro ci mettiamo i mezzi e il loro consumo. L’unica spesa che si accolla il comune, così abbiamo concordato, è quella delle piantine che interriamo e del lapillo che le protegge. Le molle che ci sostengono sono: onorare quei Caduti e contribuire a vivere in una città bella.
Il fatto. Dopo la mutilazione dell’Albero della Vita, opera dello scultore Angelo Biancini, e le ripetute scritte sul manufatto avvenute negli scorsi anni, dopo il presso che costante uso delle aiuole per il sollazzo e le evacuazioni dei cani di qualche cittadino indisciplinato, anche quest’anno stiamo assistendo all’asportazione di parte dei fiori e delle piante messe a dimora.
L’auspicio. Il problema minore è certamente quello del danno all’erario, le due rose e la petunia asportate quest’anno fino ad ora, valgono 5,25 euro. Il vero danno che desidero denunciare è l’inaccettabile senso di disprezzo verso la cosa pubblica e verso il lavoro di quei volontari che per amore della loro città, offrono da anni gratuitamente il loro lavoro – in questo caso – per la manutenzione e il decoro di una piccola, ma assai significativa, area pubblica. Forse è giunto il momento che i nostri rappresentanti eletti parlino in modo autorevole e convincente ai cittadini e che chi di dovere riprenda in modo adeguato coloro, e sono una netta minoranza, che si fanno beffe del senso civico della gran parte dei castellani. Credo che la ricerca di una “città attiva e partecipe” comporti un adeguato rispetto delle regole del vivere civile che la comunità, tramite i loro organi di rappresentanza, si è data. In difetto, alla lunga, si rischia di minare gravemente lo spirito delle molte centinaia di cittadini che offrono il loro lavoro volontario al ” bene comune” di Castel Bolognese.