Chi pensera’ ai lavoratori?
Si pensava che Letta riuscisse a tenere il bandolo della matassa della sinistra riformista. A giudicare dalla lista dei ministri pare che non sarà così. Le chiavi sembrano saldamente in mano a Berlusconi. Domani ascolteremo il programma e vedremo se questo presagio potrà essere almeno temporaneamente fugato.
La lista dei ministri pone molti interrogativi, speculari alla soddisfazione di tanti commentatori della borghesia snob del nostro paese. Ho ascoltato Mieli e quelli della 7 dire che finalmente con questo governo vengono sconfitti il PCI e la CGIL, che perfino con Monti erano riusciti ad impedire che si facessero le cose giuste.
Ho ascoltato Renzi, spocchioso e canzonatorio come non mai, dire da Fazio che ha vinto la rottamazione, che questo sarà un buon governo, che ci farà sognare.
Temo purtroppo che questi signori abbiano ragione.
Infatti mi chiedo, in questo governo chi difenderà i lavoratori? Fra tutti quei ministri, chi ha dimostrato nel corso della loro esperienza politica (se tutti possono vantarla) di conoscere i problemi dei lavoratori, dei pensionati, dei disoccupati e dei precari? E chi difenderà i valori della repubblica e della Costituzione nate dalla lotta di liberazione dal nazi-fascismo? Chi difenderà i valori della riscossa delle classi meno abbienti, della tenuta democratica contro il terrorismo, dei diritti civili? In sostanza chi rappresenta in questo governo e chi difenderà dentro questo governo i valori di quei milioni di italiani che si sono riconosciuti in passato sotto le bandiere riformiste dei comunisti italiani e del socialismo europeo e che hanno votato per il Pd?
Se realmente avranno ragione i commentatori che prima citavo, occorrerà almeno chiamare le cose col loro nome: saremo di fronte ad un governo di centro destra. E allora bisognerà trarre delle conseguenze.
Per quanto riguarda Renzi, che col suo modo di fare pasticcione e arrogante, è riuscito a sconfiggere Bersani, penso che oltre alla modestia, gli manca anche una certa dose di intelligenza, se pensa che la qualità dei politici stia nella loro carta di identità. Certo, è in buona compagnia, ma sbaglia ugualmente. Non gli viene per caso l’idea che la qualità di un politico possa derivare principalmente dalla testa e dal cuore di quella persona; poi dalla competenza, dalla conoscenza e dall’esperienza; infine dalla tensione morale, dalla passione e dalla voglia di combattere? Per favore, ci pensi.
Adesso il Pd avrà delle belle gatte da pelare. Cacciato Bersani, qualcuno dovrà reggerne le sorti e quanto prima dovranno farsi i congressi (per quello che conteranno, vista l’esperienza di questi anni). Il primo interrogativo che si pone è se gli ex democristiani, dopo essersi preso la compagine governativa, tenteranno di prendersi anche il partito? Oppure si vorrà dare finalmente corpo ad un partito progressista e di sinistra frutto della sintesi, e non della somma, delle correnti ideali che lo hanno fondato?
La seconda ipotesi potrà essere quella del partito all’americana postulato da Renzi. Circa questa “forma partito” il punto più avanzato è stato il Lingotto di Veltroni. Una elaborazione di ben altro spessore rispetto alle battute di Renzi. Quel modello è stato abbattuto dagli ex democristiani e dagli ex comunisti, in nome di qualcosa che poi si è ridotto a quanto abbiamo visto in questi mesi. Se si voleva percorrere quella strada era molto meglio lasciarla in mano all’originale. Affidarsi oggi ad una copia, mi pare sbagliato.
Poi c’è una terza ipotesi, non per ordine di importanza, quella della creazione di un vero partito socialdemocratico di stampo europeo.