Castel Bolognese, troppe armi in giro
Condividio in pieno, se ho ben capito le notizie di stampa, l’indignazione del sindaco per ciò che sta accadendo a Castel Bolognese per quanto riguarda l’ordine pubblico. Bisogna fare di più, compreso l’esigenza di affrontare il tema delle troppe armi in giro. Nel corso delle operazioni di controllo, quelle normali e quelle straordinarie che occorrerà mettere in campo, credo sia opportuno che le forze dell’ordine affrontino anche questo problema. Così come non è concepibile e accettabile che si vada a ballare alle Cupole, o in qualunque altro locale pubblico, con il coltello in tasca. Qualcuno dovrà pure adottare adeguate misure di controllo, per la tutela dei giovani onesti.
Desidero rendere omaggio, e ringraziare, il nostro concittadino che per difendere il suo lavoro, la sua missione di quel momento, ancora prima di qualche pasta del valore di pochi euro, ha subito una coltellata che per un nonnulla poteva ucciderlo. Un lavoratore, dipendente, che ha difeso il suo lavoro e l’azienda per la quale lavora, fino a mettere a repentaglio la propria vita. Conosco i suoi figli, due splendidi ragazzi, Matteo e Luca, gentili e buoni. Il solo pensiero che avessero potuto perdere il padre per un gesto così sconsiderato, mi lascia attonito.
Respingo con sdegno la canea contro lo straniero. L’odio, genera odio. Dobbiamo stare attenti. Castel Bolognese è, oggi, una città multietnica. Questo è un dato che fa parte non delle volontà dei singoli ma del destino. Bisogna prendere atto di ciò e ragionare guardando avanti, con lungimiranza. Fanno del male prima di tutto a loro stessi i ragazzi della Lega, nel fomentare odio contro gli stranieri, nel generare paura per ottenere consenso e voti. Ma per che cosa, cari ragazzi? Capite che quella è stata l’arma più becera e odiosa della nuova (speriamo vecchia) destra alla Berlusconi e dei vecchi dittatori? Dei fascisti non mi faccio caso, spero che la storia abbia insegnato qualcosa.
Penso che l’unica maniera per affrontare il tema della multietnicità (dei cittadini stranieri) sia quello di adottare politiche inclusive. Conviene a tutti. Volete una prova? Andate davanti ad una delle nostre scuole, nido, materna, elementare e media, quando escono i bambini. Vi accorgerete che per loro non esiste diversità in base al colore della pelle. Giocano allegramente insieme. Domani mescoleranno le loro vite e i loro destini; per loro sarà normale sposarsi e procreare assieme. Allora noi, nonni, padri, fratelli, cosa vogliamo ancora fare oggi?