Il costo di Brunetta
Per lungo tempo siamo stati invasi da Brunetta. Non se ne poteva quasi più. Ha assunto le vesti di fustigatore dei dipendenti pubblici colpevoli di essere fannulloni e quindi di costare tanto alle casse dello stato. Ha avuto buon gioco anche grazie ad un sindacato troppo conservatore.
E’ vero che il problema della produttività del lavoro nel pubblico impiego è all’ordine del giorno da decenni, ma pensare di risolverlo esclusivamente con misure coercitive e sparando nel mucchio è stata una vera e propria sciocchezza. Una sciocchezza alla quale i dipendenti pubblici hanno reagito. Come? Tirando il freno. E’ quello che si dice stia accadendo a sentire persone bene informate. Naturalmente non tutti, ma buona parte, particolarmente nelle categorie più qualificate.
Pensare di volere riformare la pubblica amministrazione e di accrescere la produttività del lavoro, prescindendo da un rapporto corretto e partecipato dei dipendenti, è stata una vera idiozia. Questo, sia che si parli di ministeri che di piccoli comuni. Ma non solo rapporti corretti e partecipazione. Quello che serve nella pubblica amministrazione è dare valore al merito. Ossia scegliere le persone in base al merito e in base allo stesso, diversificare le loro retribuzioni. Invece Brunetta è partito e ha colpito con una raffica di provvedimenti che hanno sommato misure giuste ad altre ingiuste e sbagliate. Con il risultato di avere scontentato tutti. A fronte del meccanismo di auto difesa dei lavoratori è proprio il caso di dire: Ma Brunetta quanto ci sta costando?