Ambiente

Quando si dice eco mostro

La Fano che non mi aspettavo

Fano è una bella città antica della costa marchigiana, subito dopo Pesaro. Da anni la frequentiamo come alternativa ai lidi ravennati. Per i pesce fresco, per l’ambiente certamente meno inquinato, per una piccola ristorazione che si basa sul pescato locale, per un bel centro storico. Non mi dilungo perchè di Fano ho scritto molto.

E’ una città appetita dai turisti in camper, potendo qui sostare praticamente lungo la spiaggia libera, una fascia ciotolasa che si protrae per alcuni km, verso sud. Non parlo dei problemi dei camperisti, su cui ho polemizzato in passato col risultato che la loro situazione logistica, dal punto di vista dell’accoglienza, è ancora più peggiorata. 

Come tutte le città ha dei problemi e qui debbono essere tanti, se i cittadini hanno pensato di cambiare dopo molto tempo la loro Amministrazione (da sinistra a destra). 

Da quel che si può vedere superficialmente, Fano ha una bella e lunga marina, un porto di pescatori molto importante e mantiene una efficiente industria cantieristica. Tenere assieme queste vocazioni non è certamente facile e certamente non mi permetto di dare giudizi. 

Non si può però non vedere una costruzione dell’ultimo anno, enorme, impattante, sorta in una lingua di terra che dallo storico porticciolo si protende sul mare. Si tratta di un opificio dove a quanto appare si costruiscono barche di lusso e gran lusso.

Agli occhi miei e certamente di tante altre persone si presenta come un vero e proprio eco mostro. Toglie visibilità in tutte le direzioni, rompe la linea di costa, impedisce la vista dei colli verso Pesaro e verso Ancona. Certamente darà lavoro a tante persone e porterà beneficio all’economia nel suo complesso, ma c’è da chiedersi se proprio non fosse stata possibile una diversa ubicazione.

Ho provato a parlarne con dei fanesi, ma le bocche restano cucite. E occorre pure chiedersi il perchè. Non vedo nulla di male nel parlare amichevolmente anche di temi scottanti, a meno che da queste parti non si pensi che i turisti debbono solo portare soldi… e scappare. 

Avrei voluto chiedere, ad esempio, se il cambio di Amministrazione, causato da una rottura fra le forze dello schieramento progressista, possa avere avuto a che fare anche con le scelte di gestione del porto. A chi potrà pensare localmente che questi non sono problemi dei turisti romagnoli desidero dire in tutta amicizia che questi sono problemi… di tutti.

Adesso alcune foto, fra le quali una molto curiosa. Ritrae un angolo di terreno dove alcuni anni fa fummo testimoni dell’avvenuto deposito – con autorità presenti – su spessi teli plastificati di sostanze non meglio identificate (all’apparenza nocive). Sono ancora tranquillamente al proprio posto.

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