Una sentenza da applicare
Allora, il Giudice ha ribadito in seconda istanza che le catene che impediscono il transito sull’argine del Senio, a Castel Bolognese, poste da un privato cittadino, devono essere tolte. Il passaggio deve essere ristabilito, come in essere da sempre.
Sarebbe veramente incomprensibile ora, se continuassero le disquisizioni e non si rispettasse la sentenza della Giustizia. Tutti sappiamo che qua e là, lungo alcuni tratti di argine dei fiumi ci sono vecchi cartelli di divieto di passaggio, spesso oscurati o resi invisibili dalle sterpaglie, che si riferiscono ad una legge del 1904 che, non essendo stata abrogata, è tutt’ora in vigore. Innanzitutto sarebbe interessante capire da dove quella disposizione sia originata. Io ho letto il Capo IV che tratta degli argini e del suo uso, e non ne ho ravvisato la ratio. Certo non mi intendo di legge e quindi posso sbagliare. Ma coloro che si appellano a quel divieto potrebbero spiegarne l’origine… e anche perché il Giudice non lo riconosca.
Mi chiedo ancora come si possa insistere su quel “divieto”, quando da sempre gli argini dei fiumi sono percorsi da una moltitudine di persone. Alcune delle quali, mi riferisco ai cacciatori e ai pescatori, sulla base di autorizzazioni (licenze) concesse da pubbliche autorità. E comunque, nel tratto di fiume di cui si discute, quelle tabelle non sono mai state poste.
Penso ce ne sia abbastanza per rimuovere subito quegli orpelli, eseguendo la decisione dei Giudici. E comunque, credo, che dopo due sentenze a loro favorevoli, i cittadini possano tranquillamente riprendere il loro percorso lungo quel tratto di argine, segnalando alle autorità i problemi che dovessero incontrare.