Abruzzo in camper

Cocullo, la festa delle serpi

Cocullo (AQ) - Il rito dei serpari
Cocullo (AQ) – Il rito dei serpari

Abruzzo in camper. Peregrinando per l’Abruzzo, abbiamo puntato su Cocullo, curiosi di assistere al rito dei serpari.

Cocullo conta poco più di duecento abitanti, ma quel giorno, il Primo Maggio di ogni anno, ne raduna oltre ventimila. Tanta è infatti la curiosità di vedere e toccare le graziose bestiole che vivono copiose nei dintorni. Si tratta di cervoni e bisce, rettili lunghi anche più di un metro e grossi come il polso della mano di un ragazzo, ma completamente innocui. Vivono nella campagna desolata e in parte pietrificata, sulla quale al tempo dei romani sorse l’agglomerato.

Il rito dei serpari si accomuna alla devozione per San Domenico abate, dando origine ad una curiosa simbiosi fra la celebrazione religiosa e la cerimonia pagana. Per i popolani il senso del rito rappresenta la riconciliazione con la severità e crudezza della natura, caratteristica di quei luoghi.

Ogni anno, ai primi tepori primaverili, i serpari catturano centinaia di rettili, appena usciti dal letargo, per mezzo del sapere loro tramandato nel tempo. Ad iniziare dalla vigilia della festa, cominciano a mostrarli, a farli toccare ad adulti e bambini. I gesti sono misurati; in genere, a partire dai bambini, le serpi vengono trattate con dolcezza, come fossero cuccioli di cane o di gatto. Al tatto (sempre nel senso delle squame) sono freddine, ma soffici come il velluto; si lasciano giocare in ogni modo, mostrando al massimo, con gesti rapidissimi, la loro lingua biforcuta, ma mai aprendo la bocca. Certo, se  vengono strizzate si arrabbiano, si divincolano, sferrando codate in cerca della libertà.

Il rito del contatto con le serpi continua poi il giorno della Festa. Il Santo viene portato in giro a spalla dai devoti, ricoperto da decine di serpi e il popolo legge il proprio destino misurando i loro gesti nel rapporto con la Statua. La processione solca la folla, sostenuta dalla banda, da musicanti nei loro caratteristici costumi e da ragazze ornate a festa.

Attorno a questo evento, Cocullo sta cercando di costruire un pezzo del proprio futuro. La cittadina, al tempo dell’Unità d’Italia, contava 1800 abitanti, ora ve ne sono censiti 263. Ma sono combattivi. Con alla testa il loro Sindaco, prima hanno costruito un parco eolico che gli regala l’energia elettrica, ora hanno in animo di chiedere all’Unesco il patrocinio del “rito dei serpari”, la loro manifestazione popolare. Li sostiene in questo pure la valenza scientifica che nel tempo ha assunto il rapporto con le serpi. Da anni, dopo la cattura, vengono controllate, studiate, catalogate e marcate. Quest’anno, il convegno della vigilia, ha decretato che le serpi sono in buona salute e, siccome si cibano esclusivamente di animaletti vivi, questo significa che vivono in un ambiente biologicamente sano, quando nel mondo alcuni studiosi temono l’estinzione dei rettili.

Non so se riusciranno nel loro intento. Credo sarà molto dura, ma la rete che stanno tessendo, la forza e l’intelligenza che mettono in campo, lasciano ben sperare. Ne hanno bisogno perché vivono in una terra bella, ma aspra. Una terra storicamente di emigrazione, di spopolamento e di miseria, ma con tante persona, per fortuna, ancora decise a combattere. Buona fortuna amici cocullesi.

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