Congresso per un partito di servizio
Chi deve eleggere il segretario del Pd? Il dibattito è aperto. Il tavolo è quello delle regole per il nuovo congresso. La confusione è tanta. E’ bene che si discuta e ancor meglio che si arrivi ad una soluzione condivisa; che quindi non appaia degli uni contro gli altri.
Le ipotesi in campo sono tre: gli iscritti al Pd, tutti gli elettori, i “partecipanti” alla vita del Pd. Si potrebbe dire che.
Iscritti. Ormai si tratta di una platea assai ristretta e spesso preda di scorribande (tessere a pacchi) che potrebbero condizionarne il risultato. Fornisce inoltre l’idea di un partito rinchiuso su se stesso.
Elettori. Non male, se non fosse che gli avversari politici possono giocare sul nostro campo e non dare al partito i caratteri di omogeneità e solidità che deve avere.
Partecipanti. Buona idea questa, si deve alla lucida mente di Fabrizio Barca, ministro della Coesione sociale del governo Monti. Abbastanza difficile definire le platea, ma non impossibile. Un solo esempio: oltre la metà dei volontari delle feste democratiche non sono iscritti al partito, ma partecipano attivamente alle proprie iniziative. Non sono iscritti, ma prendono parte all’”associazione” partito. Quindi, nella logica dei partecipanti, dovrebbero votare per il segretario.
Quello che però conta ancora di più è che il Congresso si tenga nei tempi stabiliti dallo Statuto e, certamente, che le regole non siano cambiate a partita in corso, se non c’è l’accordo di tutte le componenti.
Ps. Vorrei chiedere a quei deputati e senatori del Pd, per fortuna pochi, che non trovano di meglio che dileggiare ed offendere con epiteti irripetibili i propri colleghi che esprimono posizioni critiche, che, assieme a tanti altri militanti, aspetto di conoscere i nomi dei 101 traditori che hanno impallinato Podi in nome delle larghe intese con Berlusconi.