Defibrillatori, mancano dove servono
Una importante pubblicità televisiva, ma sopratutto la recente morte di due atleti, hanno richiamato l’attenzione circa l’utilità dei defibrillatori. Ossia di quelle macchinette che servono per tentare di riavviare un cuore in arresto. Conosco l’argomento per essermene occupato nel corso della mia esperienza di amministratore comunale e per essere abilitato all’uso dello strumento, avendo praticato i corsi abilitativi che periodicamente venivano fatti a Castel Bolognese.
Quello che non viene sufficientemente posto in evidenza è il fatto che lo strumento può essere decisivo, se viene utilizzato a ridosso dell’evento (dell’arresto cardiaco), quindi nel giro di pochi secondi, o minuti. Quanto prima si arriva, tanto maggiori sono le possibilità di riavviare il cuore che si è fermato. E’ quindi bene avere defibrillatori sparsi nel territorio, come a Castel Bolognese, ma meglio è se il defibrillatore è sempre presente là dove si svolge un evento che coinvolge le persone in uno sforzo fisico.
Allora il punto è che la macchinetta salva vita deve essere sempre presente nella panchina dell’allenatore della squadra (calcio, pallavolo, basket, ecc. ecc,) che ospita l’evento, nelle palestre o nei campi dove si svolge un allenamento, nella disponibilità immediata di chi segue un evento sportivo itinerante (podistica, gara ciclistica, ecc.). Poi, in seconda istanza, sarebbe bene che un defibrillatore fosse presente dove si registrano notevoli assembramenti di persone, a partire dalle scuole. Poi i circoli, le sagre, i mercati. Ma è così?
A Castel Bolognese, dopo la bella esperienza della catena del cuore (esaurita per la mancanza di volontari), non dimenticando mai che una persona è stata salvata, si è provveduto alla istallazione di alcuni defibrillatori in alcuni punti nevralgici del territorio. Questa è stata una buona iniziativa, naturalmente alla condizione che periodicamente venga rinnovata ai cittadini la memoria circa la loro dislocazione e, sopratutto, che costantemente siano svoli corsi per insegnare l’uso di questo strumenti.
Detto ciò, bisognerebbe fare qualcosa di più. Non so, ad esempio, se le nostre squadre di calcio hanno sulla panchina il defibrillatore, fino a poco tempo fa non era così. Non so se oggi sono presenti nelle scuole, nelle palestre. Sarebbe bene che qualcuno prendesse l’iniziativa di accertarsene e che fosse messa in campo una iniziativa per completare nel nostro territorio la presenza di questi utili strumenti. Non ne servono ancora molti, costano poco più di mille euro l’uno. A chi fosse in difficoltà per l’acquisto, potrebbero essere offerti dalle Associazioni munificienti della città. Un’altra iniziativa potrebbe essere quella che il vincolo della presenza del defibrillatore fosse stabilito come condizione essenziale per la concessione di patrocinio o di contributi a Società e Associazioni, da parte dell’Amministrazione comunale.