L’orto d’inverno
(8 febbraio) Stamattina sono tornato nell’orto. E’ coperto da 30 centimetri di neve. Frugando sotto il bianco manto ho raccolto i cavolini di Bruxelles. Poi con la vanga tre bei porri. Non so che fine faranno i radicchi a palla. Mentre sono certo che riposano tranquillamente i piselli, la fava, l’aglio, la cipolla, la scalogna, gli spinaci, le verze, i cavoli cappuccio. Ma anche l’aspargiaia, la carciofaia, le piante di fragole.
I radicchi invernali e la cicoria di Galatina, passato il grande freddo, germoglieranno e dopo poche settimane, potranno essere consumati. Sempre ringraziando la terra e il suo miracolo.
Certo, qualche sorpresa potrà esserci. Sotto la neve la terra non è ghiacciata, quindi c’è chi continua a muoversi alla ricerca di cibo. E’ la lotta per la vita anche nel mondo animale. Sicuramente sono attivi i topolini e le talpe. Se intercettano le fila dei radicchi, o dei dei carciofi, fanno strike. Pazienza.
Dimenticavo di dire che la neve e il ghiaccio cuocerà la terra. La renderà friabile, soffice e pronta a fare da balia alle prime piantagioni di primavera. Inizieremo con le patate. Se vorrete seguirmi, nella coltivazione del vostro orto, state pronti.