Ristorazione e valori
La fine di ogni anno è occasione di festeggiamenti e ringraziamenti. Spesso, anzi, quasi sempre, alla base di questi c’è una solenne cena.Sarà così anche quest’anno e allora colgo l’occasione per proporre una piccola riflessione sul tema della corretta alimentazione.
Sarà senz’altro capitato a molti di avere partecipato a mangiate con tanti piatti, ma con la totale assenza di verdura e frutta. A me è capitato tante volte. Compreso il paradosso che, in un’occasione, nemmeno nel menù della festa degli orti trovai traccia della verdura e della frutta.
Ricordo che anni fa, quando proponemmo “Mangiare bene per vivere meglio” e affrontammo con i nostri grandi ristoratori collettivi, i gestori delle nostre gloriose sagre, il tema dell’educazione alimentare, fummo considerati poco più o poco meno come degli alieni. Infatti, del nostro dire non si è attaccato sostanzialmente nulla.
Mi è già capitato di scrivere che i promotori di ogni manifestazione pubblica, ludico-cultural-sportiva, dovrebbe tenere conto dei contenuti. Ossia di inserire, poco o tanto che sia, anche alcuni messaggi educativi. Quali possono essere? Io penso almeno a due. Agire nell’ottica di una corretta alimentazione e favorire le idee del contenimento e della raccolta differenziata dei rifuti.
Alimentazione. Tutti sanno che un’alimentazione sbagliata, ossia non equilibrata, con eccesso di grassi animali e di prodotti lavorati da processi industriali e chimici, provoca danni evidenti alla salute di ognuno di noi, al punto da ritenerla una delle cause principali del cancro. Naturalmente, non si tratta di castigare la nostra buona cucina, ma forse qualche correttivo si può portare. Ad esempio, mettere sempre in tavola frutta, verdura e acqua di fonte; offrire menù fissi, acquistare i prodotti disponibili a chilometro zero (dai produttori locali).
Trattamento dei rifiuti. Sappiamo quanto questo tema sia all’ordine del giorno, allora perchè non promuoverlo in occasione delle varie sagre paesane e delle feste nei circoli? Avendo come riferimento tre azioni basilari: contenere lo sperpero di prodotti alimentari, favorire il riciclo, il riuso e la raccolta differenziata dei rifiuti. Quali sono le azioni virtuose che potrebbero essere adottate? Ne ipotizzo alcune. Tornare ai piatti di ceramica, ai bicchieri di vetro e alle posate di acciaio. Organizzare un servizio di lavaggio di piatti, bicchieri e posate, con alcune lavastoviglie (per tutte le sagre e feste), sul modello dei nostri gemelli di Abtsgmund. Calcolare con maggiore cura le porzioni di ogni singola portata (meglio diminuire leggermente il prezzo, invece che buttare nel patume parte delle pietanze). Differenziare i rifiuti, avendo concordato con Hera una giusta modalità di raccolta: gli oli esausti, la carta, la plastica, l’umido e l’indifferenziato.
Immagino che molti operatori del settore considereranno queste proposte come fossero bestemmie. Ma vivere in una società civile vuol dire fare i conti anche con questi aspetti. Abbiamo un problema di contenere il consumismo voluttuario e spendaccione. Anche questa è una via per uscire dal berlusconismo. Penso anche che sia difficile fare tutto e subito. L’importante sarebbe almeno parlarne e avviare un percorso virtuoso.
Ottime idee e spunti di riflessione, come sempre