Primarie, una scelta definitiva
Ieri sera alla maialata d’inverno, una cena a tema pormossa dal Pd di Castel Bolognese per autofinanziarsi, ritengo di aver vinto la sfida della patata arrosto. Le ho cucinate appena unte, senza che navigassero nell’olio, in contrasto netto con alcune mie amabili competitrici. Non si sono attaccate al fondo, nè bruciate. Sono molto contento. Scherzi a parte. E’ stata una bella serata. Abbiamo avuto oltre cento persone presenti, un pò da tutta la provincia. Da Ravenna, a Russi, Alfonsine, Bagnacavallo, Cotignola. Poi da Solarolo, da Riolo Terme e tanti da Faenza. In un clima allegro e conviviale sono corse milioni di parole, sono avvenuti centinaia di contatti fra le persone. Si sono stabiliti, o consolidati, rapporti personali e amicizie. Credo si possa dire che anche un piccolo evento di questo tipo possa sviluppare le conoscenze, maturare opinioni, creare tendenze, in definitiva possa fare cultura. Una ventina di democratiche e democratici ha lavorato per organizzare e gestire la serata. Dicevo della presenza di tanti democratici di Faenza. Fra di loro Giovanni Malpezzi e Luca De Tollis, i due candidati che si sono contrapposti alle primarie faentine per la candidatura del Pd a Sindaco alle prossime elezioni di primavera. A noi castellani questo ha fatto molto piacere.
Nel corso della campagna per le primarie, in alcuni momenti, se le sono anche metaforicamente date di santa ragione. I cittadini elettori, con una grande partcipazione democratica, hanno dato la preferenza al programma di Malpezzi. Ora Malpezzi è il candidato di tutti e De Tollis lo sostiene con coerenza e impegno. Questo è per me un esempio di buona politica, da valorizzare. Assieme al sistema delle primarie, da non considerarsi solo una opportunità in più, ma una scelta definitiva e cogente per il Partito Democratico.
Adesso mi auguro che, come Obama, anche Malpezzi voglia nella sua squadra di governo con una funzione di primo piano il suo leale competitore. Non come spesso si è fatto, anche nel recente passato, quando persone, per il solo fatto di essersi poste a disposizione, sono state brutalmente poste da parte.