Villa Ginnasi a Castel Bolognese
A Castel Bolognese, lungo la via Canale, dopo il sottopasso sulla sinistra, c’è un grande palazzo che ha sempre suscitato la mia curiosità. Maestoso, muri rinforzati alla base come un castello, una ghiacciaia, un Oratorio. I segni di un viale, un’edicola mariana. Si chiama villa Ginnasi e pare che abbia avuto a che fare col cardinale Domenico Ginnasi, nativo di Castel Bolognese. Sicuramente fu abitata da suoi parenti fino agli anni 30′. Deve essere stata quindi una casa importante. Ne abbiamo parlato nell’Associazione Pietro Costa che in passato si è occupata di beni storici e architettonici di Castel Bolognese,
Parlando con Oreste Olivi di Casalecchio, abbiamo saputo di una persona del luogo che conservava il ricordo di quel palazzo fin da prima della seconda guerra mondiale. Quella persona diceva che si trattava di un luogo stupendo. Poi i bombardamenti ne cambiarono la fisionomia. Per aiutarci a capire, quel signore ci rispose con un disegno che mostro in fotografia.
L’impressione è che si trattasse veramente di un bel luogo. La grande casa, un viale alberato per il passeggio, un bosco di alberi secolari, un canalino, un laghetto, un ponticello, gli scalini per scendere nel canale dei Mulini a risciacquare il bucato.
Tornando all’attualità, nella Pietro Costa, abbiamo sviluppato qualche considerazione che riassumo così. Nei pressi della villa passerà la circonvallazione di Castel Bolognese. E’ allo studio un percorso pedonale che collegherà il paese al molino Scodellino. Si parla del “Giro delle 7 chiese” di campagna, una delle “idee ricostituenti” venuta alla luce l’estate scorso, che passera da quelle parti. E’ quindi logico prevedere un determinato riassetto urbanistico di quell’area.
Osservando il luogo, ascoltando le storie ci siamo chiesti perchè non proporre lo studio di un progetto di recupero storico ambientale di quell’area? Un parco agricolo dove le coltivazioni e il lavoro dei contadini convivino con la mobilità leggera dei cittadini. Una convivenza e una convenienza comune.
Si potrebbero riproporre, senza mutare la vocazione agricola del luogo, alcuni elementi caratteristici di un tempo come il canalino, il laghetto, il ponticello, i vialetti alberati. Poi tentare il recupero del piccolo Oratorio che mostra al proprio interno stucchi interessanti, ma che è oramai sul punto di crollare. Percorsi ciclo pedonali non invasivi, potrebbero combinarsi con la campagna. E’ troppo pensare ad una civile convivenza fra campagna e mobilità lenta?
Quasi tutti abbiamo visto in Trentino tante persone camminare e andare in bici in mezzo ai campi di meli, su stradelli condivisi col lavoro contadino. Si può pensare che quello che è utile e conveniente nel Trentino possa esserlo anche in Romagna. Ragionamento questo che dovrebbe valere anche per la pista che dovrà condurre al Molino che dovrebbe senz’altro essere ricavata lungo la carraia che costeggia la strada, per altro già come si trova ora, da porre in sicurezza.
Dicevo di una persona che ricordava quel luogo. Ebbene quella persona, purtroppo non c’è più. Si chiamava Michele Zaccherini. Fra altro ci ha lasciato la testimonianza di un fatto atroce accaduto durante la guerra nei pressi della villa Ginnasi, quando un bombardamento uccise una intera famiglia. Riporto quella lettera anche come monito a che non ci siano più guerre in Italia e nel mondo.
E bravo Domenico, ancora una volta devo farti i miei complimenti per l’utilizzo del tuo tempo di pensionato per la ricerca e la pubblicazione di articoli che riguardano il passato e la storia di Castel bolognese e del suo fiume.
Grazie per quello che fai.
Ciao
Grazie Ivo. Buona salute e a presto.