Dateci i marciapiedi e via le Ztl
In questi giorni di difficile ripresa capita di sentirne di ogni colore. Non tanto sui social – oramai diventati strumenti complicati – ma in televisione. Nella nostra cara tele che – così come ha potuto – ci ha tenuto compagnia in questi mesi.
Naturalmente capisco le difficoltà di settori che fanno dell’aggregazione sociale un punto di forza. Il turismo, lo spettacolo, lo sport, i negozi, i pubblici esercizi. Si tratta di attività delle quali non potremo fare a meno, utili alle persone e necessarie all’economia.
Sappiamo bene in quali pesanti contraddizioni siano immersi alcuni di questi settori, cito alcuni aspetti: lavoro nero, evasione contrattuale, evasione fiscale. Pur tuttavia anch’essi fanno parte del largo mondo del lavoro e anche se le pratiche che citavano debbono essere circoscritte o superate, tutti hanno il diritto di potere ripartire.
Non è facile, perchè non si potrà ripartire dal punto in cui ci si è fermati. Bisognerà partire in modo diverso, garantendo il distanziamento sociale, i mezzi di protezione, l’igiene personale e la sanificazione. Questo ci dice che molte di queste aziende dovranno reinventarsi e non sarà semplice. Tutto questo perchè il virus è ancora fra di noi e per bene che vadano le cose, in autunno, col cambio della stagione, tornerà in forze. Senza contare che le tre T devono decollare con maggiore impatto.
Lungo preambolo per dire che queste categorie sono in questa fase fortemente impegnate, assieme alle loro organizzazioni e alle autorità, ad avanzare proposte, condendole a volte anche con delle proteste. Nulla di male. Arrivo al punto per dire che a me è capitato di ascoltare alcuni rappresentanti di questi settori, in genere riflessivi, in qualche caso però con argomenti che danno da pensare. Perchè sappiamo fare parte di una cultura del passato che si spera non riemerga in una fase dalla quale quasi tutti diciamo che occorre uscire in avanti.
Faccio solo due esempi. Ho ascoltato una persona, con una maschera tricolore davanti alla bocca, affermare con veemenza e rabbia, che adesso, oltre a non pagare tasse e ad avere soldi a fondo perduto, a quelli come lui devono dargli i marciapiedi e non solo per l’estate, ma tutto l’anno. Evidentemente per occuparli, fra altro, con strutture posticce (forse del tipo di quella che per lungo tempo abbiamo dovuto subire in piazza a Castello). La seconda persona ascoltata chiedeva con forza, come forma di aiuto, la soppressione delle Ztl, ovvero il ritorno del predominio dei mezzi motorizzati ovunque nelle città.
Immaginiamo il combinato disposto di queste due richieste e poi riflettiamo se questo sia il modo per uscire in positivo, modificando un possibile brodo di coltura del virus, dalla situazione in cui ci troviamo. Sarebbe una disfatta.
Io non penso che quella visione sarà vincente, ma mi preoccupo dal momento in cui queste espressioni albergano nell’animo di tante persone e trovano cittadinanza in alcune importanti forze politiche del paese. Allora è meglio parlarne e in questo caso mettere le mani avanti.
Per fortuna la maggioranza degli operatori sta pensando seriamente alla ripresa e si sta rimboccando le maniche per prepararla, adeguandosi alle necessità. Anche gli Enti locali stanno costruendo protocolli con novità e scelte concrete di grande interesse. Penso alle città che stanno ridefinendo gli spazi per l’uso delle carreggiate, dando maggiore spazio agli utenti deboli. A quelle, fra le quali anche la regione Toscana, che propongono forti incentivi per l’acquisto di biciclette e per l’adozione di percorsi ciclabili. Penso a quei sindaci che propongono, certamente di ampliare gli spazi pubblici per le attività, ma contemporaneamente di allargare le Ztl per crearne la premessa sostenibile. Ottima poi la proposta del Sindaco di Bologna, una persona defilata dai social, ma concreta nei fatti che propone di associare a questi nuovi e più consistenti spazi per talune attività, gli artisti della musica, del divertimento, del teatro e della cultura.
La proposta di decongestionare i centri storici dalla presenza delle auto per fare spazio alle attività, al divertimento e alla cultura è certamente fra quelle di maggiore significato in questa fase. Immaginate come anche le nostre piccole città potrebbero cambiare in meglio, offrendo nuovi spazi agli esercenti in un contesto di maggiore vivibilità. Francamente mi auguro che i comuni e le loro Unioni ci pensino e che presto sboccino nuove idee buone, pulite, fresche.
Altro che, occupare i marciapiedi e portare più veicoli a motore nelle città.