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Zucchine oggi, un orto a tutti domani

Ieri, 16 novembre, ho festeggiato le ultime piccole zucchine del mio orto, facendone una carbonara per condire maccheroni. Ancora ottime.

Il miracolo detta terra, interpretato sotto la forma di un orto, quest’anno, dandoci zucchine in pieno campo fino oltre la metà di novembre, è andato oltre le consuete aspettative. Siamone contenti, ma non troppo. Purtroppo lo si deve al riscaldamento del pianeta, quindi ad una sciagura incombente, se i potenti della terra non metteranno la testa a posto.

Quello però su cui siamo chiamati a riflettere è il bisogno di ritornare alla terra. Le ragioni che ci hanno portato ad allontanarcene nell’immediato dopo guerra di fine secolo scorso, non sono più così valide. E’ giunto il momento di rimettere al suo posto ciò che rappresenta il grembo materno dell’umanità intera.

La terra torni ad essere un valore esistenziale e non soltanto un valore economico. E se tocca la nostra esistenza, possiamo farne a meno? Credo sia giunto il momento di collocare in cima ai programmi di governo l’obbiettivo di dare un poco di terra a tutti coloro che manifestano interesse a servirsene e ad accudirla.

Non sarà difficile, se ci saranno le volontà. Le leve sono due. Decuplicare in forme nuove, gli orti di comunità e lavorare per stringere i rapporti fra città e campagna.

Si tratta di un tema e di obbiettivi di così elevata importanza per i quali varrebbe la pena di dire che: la prossima volta si vota per quei partiti, movimenti, persone che avranno deciso di farsene credibilmente carico.

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