Politica

Chi ci è, e chi ci fà

Serdes 016Siamo a meno di una settimana dalla sentenza della Cassazione sul “processo Mediaset”. Le nostre ore sono allietate dalle provocazioni della Santanchè, dallo spirito guerriero del Bondi in tuta mimetica, dal debutto di Brunetta nelle vesti del costituzionalista e altre “mirabilia”.
Leggendo le cronache di questi giorni sembra di vivere in uno spazio sospeso fra sentimenti diversi: i paradossi divertenti che impazzano sul web e che hanno ad oggetto le velleità di rivincita degli adepti del martire; una sorta di senso di liberazione per la fine di una era funesta; timore malcelato che possa ancora verificarsi qualche colpo di coda; senso di attesa sulle possibili evoluzioni del quadro politico alla ripresa post-feriale. Tutti sentimenti giustificati; ai quali però necessita una prospettiva politica.

La sentenza della Corte e gli avvenimenti che ne sono seguiti imprimono una decisiva accelerazione alla parabola conclusiva dell’epopea berlusconiana. La sua crisi, prettamente politica, già era conclamata; basti pensare ai sei milioni di voti perduti nelle ultime tornate elettorali. Siamo dunque ad un tornante, peraltro per nulla inatteso, della vita sociale, economica e politica della nostra comunità nazionale.
Ecco perché è indispensabile ordinare gli avvenimenti quotidiani secondo una prospettiva politica più razionale; sottrarli alla pura emozionalità che, in questa fase, è funzionale soltanto alle velleità e alle mistificazioni. Lo dimostra, da ultimo, il fatto che Guglielmo Epifani si è guadagnato una valanga di insulti solo per aver detto che il principio di legalità deve essere sempre a fondamento della vita pubblica; e a menare scandalo sono i pasdaran del noto pregiudicato!

Oggi più di ieri si possono delineare prospettive politiche e di evoluzione dell’azione di governo che non abbiano al centro Berlusconi, la sua persona, i suoi destini; questo, non a caso, scatena le ire del suo manipolo di fedelissimi. E questo bisogna fare.
Al Pd, al suo Segretario, ai suoi esponenti nel Governo si chiede di delineare con la massima concretezza il quadro delle decisioni di governo da assumere, a breve e medio termine. Sfidare la maggioranza -intesa come maggioranza numerica in Parlamento, piuttosto che come coalizione politica- su un pacchetto di provvedimenti urgenti per l’economia, l’equità, i diritti civili. E su una nuova legge elettorale. Se i dati economici più recenti sono attendibili, qualche segnale di novità si intravede; va coltivato e accompagnato. Sarebbe un delitto dedicare una serie infinita di sedute parlamentari a discutere dei destini personali di un senatore pluri-inquisito e pluri-condannato.

Ma sarebbe grave insipienza politica -o peggio- anche immetterci da soli nel tunnel di una discussione fra noi sulla data e l’ora per staccare la spina al Governo. La Santanchè ce lo sta suggerendo da molti giorni: “è il PD che deve decidere se accetta o no di stare in coalizione con Berlusconi! Abbiano il coraggio delle loro scelte!”
L’effetto sarebbe uno solo: mantenere Berlusconi direttamente o indirettamente al centro della scena, dimostrare alla società italiana che senza un qualche provvedimento speciale (evidentemente con lui contrattato) tutto il resto è nel pantano, quindi meglio levarsi il dente…
Ancor più in chiaro: chi fra di noi pensasse, o dicesse: crisi ed elezioni subito (e la cosa gira, sotto pelle), si farebbe un film senza il regista (Napolitano), e assegnando il ruolo di protagonista ancora a Berlusconi.

Di noi devono emergere gli obiettivi per cui governare nei prossimi mesi; se non sarà possibile ne prenderemo atto e rilanceremo i bisogni della società italiana come programma per nuovi governi e nuove maggioranze. Elezioni, o no.
Per non dire di un’altra, più maliziosa interpretazione di ciò che si muove nelle nostre viscere. Dire per primo: “adesso basta, al voto e facciamola finita!” potrebbe dare qualche vantaggio per il prossimo congresso del PD, quindi perché no? una dichiarazione altisonante oggi, costa poco! Ma qui saremmo nei sottoscala, preferiamo non scendere.

Caro Guglielmo, sarebbe stato utile che tu affermassi questi concetti subito e con fermezza, anziché sparire dai radar per alcuni giorni; ora però difendili con vigore nella direzione PD di domani.

Giuseppe Casadio

Ndr – Chi sa dirmi il nome del fiore della foto a corredo di questo articolo?

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