Politica

Perchè cambiare Mario Draghi?

La passione per la politica mi spinge ad esprimere ciò che penso in questa delicata fase politica che inevitabilmente riguarda tutti noi.

Elezione del Presidente della Repubblica. Prima di tutto va detto che costituzionalmente questo atto del Parlamento nulla ha a che vedere col Governo del paese. Porre in relazione le due cariche è scelta squisitamente politica e chi la pratica è solo per ragioni di parte. E’ quindi una logica da rifiutare in via di principio.

Eleggere il Presidente della Repubblica non dovrebbe essere difficile: si traccia un profilo e ci si guarda attorno. Nemmeno difficile dovrebbe essere tracciare il profilo: deve essere un sincero democratico, una persona moralmente ineccepibile, un sicuro garante del dettato costituzionale e uno specchiato antifascista. Attorno a questo profilo si cerca la persona che raccoglie il più vasto consenso fra le forze politiche. Essendo la persona che deve garantire l’atto politico fondamentale del nostro Paese, logica vuole che sia espressione della politica.

Chi vuole in quella carica Mario Draghi – un non politico – penso sia perchè vuole rimuoverlo da capo del Governo. Draghi è un grande esperto di finanza, un economista di rilievo, una persona stimata nel mondo, certamente un democratico. Per sua natura, poco incline a giochetti politici di parte. Per la sua passata funzione di tecnico di valore in posizioni di grande rilievo – Banca d’Italia, Goldman Sachs, Banca centrale europea e tanto altro – è ben visto e rispettato nel mondo. Esercita quindi a pieno titolo e con credibilità la funzione di garante internazionale dell’enorme debito che l’Italia ha con tutti. Allora perchè rimuoverlo?

Sono certo che Mario Draghi sarebbe un buon Presidente della Repubblica ma sicuramente la sua figura oscurerebbe, proprio per quanto sopra detto, la funzione della politica. E questo con ogni probabilità vorrebbe dire mutare la funzione di garante del Presidente verso una funzione più spiccatamente politica. Si potrebbe quindi andare senza deciderlo ad una repubblica presidenziale, non prevista dalla nostra costituzione e in forte contrasto con essa.

Alcuni affermano che il peso di Mario Draghi come Presidente potrebbe essere riequilibrato con un rafforzamento della politica nel Governo (mettiamo i segretari dei partiti). Ma davvero pensiamo che i segretari – storicamente litigiosi come sono – riuscirebbero a mettersi d’accordo sulle scelte del Governo del Paese in una fase così delicata e di grande trasformazione? No, senza la funzione di parafulmine dei tecnici, difficilmente riuscirebbero a guidare la barca. Dopo di che l’unica soluzione sarebbero le elezioni anticipate, quindi lo scontro politico e la paralisi del Paese. E’ questo che vogliamo? Non credo.

La soluzione allora dovrebbe essere quella di lasciare in pace Mario Draghi e di aiutarlo a fare il suo lavoro fino al termine della legislatura. Affrontare l’elezione del Presidente della Repubblica per quello che è con le regole che la Costituzione detta. Le forze politiche ragionino su di un profilo, cerchino una intesa col più vasto consenso possibile e si voti. Caso contrario i due schieramenti (destra e sinistra) affrontino separatamente il tema del profilo e presentino due candidati. Poi si voti, fino a quando uno abbia a prevalere.

Personalmente penso che l’ipotesi Silvio Berlusconi non sia in campo. Sono veramente tante e sicuramente troppe le ragioni che contrastano la sua elezione ad una funzione di elevata garanzia democratica e costituzionale.

 

 

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