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Acqua, dolce e cara acqua

Giorni fa ho pubblicato nella mia pagina di Facebook alcuni dati che riguardano l’acqua che beviamo a Castel Bolognese. Cliccate qui per vedere ACQUA (dolce, dura) CARA ACQUA. Avendo notato un discreto interesse, ho pensato di riprendere l’argomento nelle pagine del mio sito per un piccolo approfondimento della questione e per cogliere, se possibile, qualche commento che possa illuminare la vicenda.

Abbiamo la ventura di avere in casa due bollette per la fornitura di acqua da parte di Hera, una a Cotignola e una a Castel Bolognese. Le bollette Hera riportano i dati della qualità dell’acqua e mi sono prestato a porle a confronto. Il risultato è stato sorprendente, anche se per me non troppo. Non mi addentro troppo in cose che non conosco, ma se i numeri parlano di “qualità dell’acqua” e la legge stabilisce dei limiti per determinati minerali o altre sostanze “secche” contenute nella stessa, man mano il valore si avvicina a questi limiti significa che la qualità dell’acqua scade. E forse quindi non è un caso che noi, che abitiamo a Castello, pur non avendo fino ad oggi conoscenza dei dati, abbiamo sempre bevuto l’acqua del rubinetto di Cotignola. Perchè, anche al solo gusto, ci è sempre parsa migliore.

Guardando i dati delle due bollette, è facile constatare come la qualità dell’acqua che beviamo a Castel Bolognese sia nettamente inferiore di quella che bevono i cotignolesi. Pur essendo a norma di legge, entrambe potabili.

Ci si potrebbe chiedere quale ne sia la ragione. Penso sia presto detto, la ragione sta nel fatto che buona parte dell’acqua di Cotignola proviene dalla diga di Ridracoli e per questo più “leggera”. Verso Castello, a quanto mi risulta, le condutture di Ridracoli sono ferme (o chiuse con saracinesca) al Ponte.

Se è vero che il tema dell’acqua, in futuro, potrà essere oggetto di guerre fra le nazioni, si può ben capire quanto parlare di acqua sia complicato. Posso dire, per testimonianza diretta, delle pesanti rimostranze a cui andai incontro quando da assessore cercai di vederci chiaro su alcuni dati (pessimi) dell’acqua di Castello.

All’ovvio però non si sfugge e allora possiamo affermare, senza tema di smentita, che l’acqua che viene fornita a Castello – certamente potabile – è di qualità scadente. Assimilata questa verità, l’interessante sarebbe capire se i castellani potranno aspirare in futuro ad avere un’acqua migliore. E senza dimenticare che la politica a suo tempo decise che l’acqua si fermasse al Ponte. E perchè non al Rio Sanguinario, si potrebbe dire?

Potremo aspirare ad avere acqua migliore? Adesso si parla per Castel Bolognese di investimenti per un (nuovo) potabilizzatore. E’ sicuramente una scelta giusta, da tempo agognata. Quello che non si capisce è se questa opera migliorerà sensibilmente la qualità dell’acqua fornita alla città. E quale acqua si potabilizzerà? Quella del Po (mah)? Quella delle prime falde così ricche di nutrienti?

Oppure la soluzione nella prospettiva potrebbe essere trovata nell’aprire i rubinetti di Ridracoli per tutta la Romagna Faentina? E se questo, per una qualche ragione che dovrebbe essere ben spiegata, non fosse possibile, non sarebbe il caso di pensare, nella prospettiva, ad una nuova diga in Appennino, ricordandoci la lungimiranza e il buon senno di quegli amministratori che a suo tempo proposero e attuarono Ridracoli?

Un pensiero a questo ultimo aspetto occorrerebbe farlo. In ogni modo a mio parere, l’obbiettivo di disporre di acqua migliore è fra le tre cose più importanti che servono a Castel Bolognese per il futuro. Le altre due sono un nuovo plesso scolastico e un grande parco pubblico.

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