Politica

Il Partito Democratico accetti l’opzione ambientale

Nuova politica e nuovo partito dice Nicola Zingaretti. Ha la mia fiducia. Zingaretti sa che la politica è l’arte del compromesso e sa che l’Italia si governa con un forte e coeso sistema di alleanze. Ha radici ben radicate e sane. Questo lo aiuterà a mantenere in piedi e a rinvigorire un tronco esile, per troppo tempo sballottato da fronde impazzite.

Il nuovo segretario dice che bisogna cambiare tutto: il partito e la politica. Indica con chiarezza alcune soluzioni. Cito quelle che meglio comprendo, forse perché vicine alla mia sensibilità. Parla di salvezza del pianeta e dice di volere schierare il Partito Democratico su questo fronte e parla di un nuovo partito nel senso che deve aprirsi a nuovi orizzonti, imparare ad ascoltare e a tradurre i sintesi politica le sofferenze e le aspirazioni delle persone che desiderano una esistenza, di pace, coesione, eguaglianza, in un mondo libero e democratico.

Il suo percorso nel Pd sarà certamente non facile. Il primo problema sarà quello di governare i “gattopardi”; quelle persone che, spesso per il potere, accettano di cambiare tutto, se poi nulla cambia e i “camaleonti” che, spesso per la sopravvivenza, cambiano colore in ossequio alla figura dominante. Speriamo che le passate lezioni – il cui esito viene da molto lontano – possano servire a governare il duplice fenomeno.

Venerdì scorso, 15 marzo, il movimento di opinione che propone l’opzione ambientale per salvare il pianeta e che parte dalla nostra cara e vecchia Europa, ha battuto un colpo. Ha coinvolto i genitori, i quali a loro volta hanno contagiato i bambini, in una gioiosa protesta dai molti significati. Questo movimento ci indica una delle vie maestre che bisogna percorrere, accelerando il passo.

Sabato 16 marzo, a Ravenna, una strana piazza, mista di sigle sindacali dei lavoratori e degli imprenditori, ha manifestato contro la decisione del Governo di una moratoria di 18 mesi per approfondire il tema, prima di concedere, eventualmente, nuovi permessi per sondare il sottosuolo alla ricerca di combustibili fossili. Una riedizione dello schema delle “madamine” di Torino a favore della Tav.

Non c’è alcun dubbio che le due manifestazioni, quella di venerdì e quella di sabato, abbiano avuto connotazioni molto diverse e per taluni aspetti in netta contraddizione fra loro. Si sono confrontati interessi nettamente diversi che, se non governati, entreranno inevitabilmente il collisione.

Entrambe le manifestazioni sono partite dalla società civile, ovvero dalla base e da sensibilità in partenza anche grezze, certamente da affinare. A fronte di queste pulsioni quale deve essere l’atteggiamento della politica? E qui torno a Zingaretti e al Partito Democratico.

Penso che il partito che vuole Zingaretti – tutto nuovo e con una nuova politica – debba innanzitutto ascoltare, studiare, capire poi entrare in campo con l’idea di dirimere i conflitti, consapevole che in nessun caso le ragioni e i torti stanno tutti da una parte. Essenziale però è che abbia le idee chiare sul dove voglia indirizzare il timone e in questo caso l’opzione ferma e decisa dovrà volgere nella direzione delle ragioni dell’ambiente e quindi di un drastico, programmato, calo nell’uso per fini energetici delle sostanze fossili, a partire dal carbone, dal petrolio, fino ad arrivare al gas.

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