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Uccidendo bambi si spegne il sorriso dei bambini

Un daino nella pineta di Volano
Un daino nella pineta di Volano

Non c’è di peggio che persone di governo, quindi, in vista e pubbliche inviino messaggi di morte, fosse anche se si parla di animali. Ci si chiede che elaborazione possa avvenire nelle giovani menti dei bambini, sapere che l’autorità costituita decide di uccidere questi o quegli animali, facendo risalire quell’atto al bene comune? Corrono il pericolo di capire che sulla terra l’uomo può decidere per tutti – e quando cresciuti potranno farlo anche loro –  non rispettando le leggi della natura e nemmeno, se si vuole, l’armonia del “disegno divino”.
Ma che importa il messaggio che ricevono i bambini; l’importante è compiacere questi o quelli. Perché poi votano.

L’ultima vergogna è quella della condanna a morte dei daini della pineta di Classe. Come boia sono stati chiamati i cacciatori, che poi vorrò vedere se accetteranno. Io ex cacciatore, figlio, nipote e pronipote di cacciatori, per come ho vissuto la caccia, non credo che molti accetteranno. Forse qualche insensato potrà esserci, ma poi come potrà raccontare ai suoi nipoti di avere ucciso Bambi? Pare che il motivo di questa nefandezza sia che “sono pericolosi” perché qualche volta attraversano la strada. Ma quello è sempre stato e lo è in ogni luogo montuoso d’Italia, ragione per la quale il codice stradale prevede il segnale di pericolo di animali vaganti, davanti al quale l’automobilista deve rallentare. Dobbiamo pensare che i daini vengono uccisi per compiacere gli automobilisti che così possono correre più veloci?

Poi le nutrie (castorini). Ricordate? Il buon Giovanardi le additò come responsabili della rottura del Secchia. Purtroppo Giovanardi ha fatto proseliti anche dalle nostre parti, tant’è che nei consigli comunali e nelle riunioni con “i tecnici”, se ne parla apertamente. E si aspetta che da un giorno all’altro parta l’uccisione anche dei castorini. Forse appena saranno “tolti tutti i vincoli”, come chiedono tanti sindaci. Invece le nutrie non centrano affatto, sicuramente nei fiumi (arginati) romagnoli. Esse fanno le tane – cieche – al livello dell’acqua in estate, quindi sotto il piano di campagna. Cosa ci azzeccano con gli argini?

Altri sono gli animali che possono danneggiano le rive. I tassi e gli istrici, ad esempio; loro fanno tane multicamera, con diverse uscite e, non avendo come riferimento l’acqua, anche sugli argini. Ma per eludere questo pericolo basterebbe una adeguata manutenzione delle rive, quella che da vent’anni non si fa. E non si fa perché così si è voluto, visto che i soldi sono stati destinati ad altri usi. Probabilmente anche in Emilia, ho letto dai verbali delle audizioni svolte alla Regione.

In realtà si vogliono uccidere le nutrie perché si è alla ricerca di capri espiatori per le scelte sbagliate compiute. E, secondariamente, forse per accontentare qualche contadino che si vede rosicchiate le carote dell’orto e qualche cacciatore che così potrebbe allenarsi. Forse anche qualche buongustaio che mi dicono le cucinino con cura.

Si potrebbe poi ricordare la storia delle ghiandaie e delle gazze che, abbattute le une, si è lasciato campo libero alla proliferazione delle altre, di cui erano antagoniste, col risultato che le altre producono maggiori danni di prima. Poi la mamma orso del trentino che, presa dal suo sito naturale e immessa in Trentino per compiacere i turisti, è stata poi uccisa per accontentare i contadini. E così via. Probabilmente sarebbe bene convincerci all’utilità di un nuovo rapporto con la natura, visto che, sopravvivendo a noi stessi, dovrà accudire i nostri figli, i loro figli e così via.

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