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Si discute sulla centrale a biomasse

Foto di archivio

Volenti o nolenti, si continua a discutere sul tema della centrale a biogas di Castel Bolognese. Dopo la partecipata assemblea pubblica del 7 giugno, sabato scorso, Castelbolognesenews, l’ottimo portale locale che può ben definirsi il primo quotidiano online della città, riportava il testo integrale di una nota del Comitato Ambiente e Paesaggio, un’altra interessante novità per Castel Bolognese, che riprende e approfondisce l’argomento della centrale a biogas che si vuole costruire in loco. Si tratta di un documento che merita di essere letto. Approfondisce molti problemi – e, forse, nemmeno tutti  – legati alla centrale, Problemi che, giustamente, il Comitato collega al territorio. Non riprendo il testo perchè, cliccando su Castelbolognesenews, potete leggervelo integralmente.

Aggiungo solo un tema che il documento non approfondisce. La centrale sarà alimentata a mais, prodotto nelle vicinanze. Ne serviranno tantissimi ettari ogni anno. Al momento non ricordo quanti, ma tornerò sull’argomento e preciserò questo aspetto. E’ quindi ipotizzabile che tanti contadini, allettati da un previsto facile guadagno, scelgano di abbattere i peschi, i meli, i kiwi per coltivare mais. Se in tanti faranno questa scelta, cosa sarà del lavoro delle migliaia di donne e uomini che lavorano nei campi e nei magazzini dove la frutta si lavora per commercializzarla o per trasformarla?

Mi chiedo cosa pensano di tutto questo le operaie, ma anche la cooperazione e i sindacati. Perchè non se ne parla? Anzi, perchè in molti casi si tenta perfino di ostacolare coloro che vorrebbero parlarne?

Dimenticavo. Esiste anche un problema etico. Capisco che di questi tempi parlare di temi etici è come uscire fuori dal seminato, ma voglio rischiare.

Ad un certo punto della sua evoluzione, l’uomo ha scoperto il miracolo della terra. Ha scoperto che da essa poteva trarre nutrimento. Da quel momento non ha più cessato di coltivarla per nutrirsi. Ma non tutti hanno avuto questa fortuna. Restano ancora oggi centinaia di milioni di individui, di esseri umani, che non riescono a mangiare perchè non hanno terra da coltivare, o non riescono ad accedere ai prodotti di chi può coltivarla. Che risposta diamo a costoro, a questi bambini e alle loro madri, se noi, che possiamo fare produrre la terra, la copriamo di pannelli solari – quando potremmo usare i tetti delle case – o di prodotti alimentari che poi bruciamo?

Per tornare alla vicenda di casa nostra, in mancanza di notizie ufficiali, ci si deve riferire a quanto dice la piazza, che spesso ci azzecca. Il progetto originario era di collocare la centrale dietro la Ceramica Cedir, nell’area prevista per lo sviluppo della stessa azienda. Non essendo però quella zona industriale per l’attuale piano regolatore, si sarebbe dovuto passare attraverso una variante del Prg che avrebbe comportato una discussione, un voto del Consiglio Comunale e tempi lunghi.  Ma il businnes non può aspettare e la discussione in Consiglio avrebbe potuto riservare sorprese. Allora qualcuno pare abbia suggerito di fare l’impianto in una zona già prevista come industriale dall’attuale Prg. In questo modo niente Consiglio, meno discussione e tempi più brevi. In piazza sono talmente precisi che sussurrano anche il nome di chi metterà a disposizione il terreno.

Naturalmente, si tratta di ipotesi che potranno essere modificate parzialmente o totalmente da chi eventualmente disponesse di maggiori certezze. Questo spazio è a completa disposizione di chi volesse smentire, precisare e avesse qualcosa di diverso da dire.

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