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Piste ciclabili, ancora una sconfitta

Con l’Unione dei comuni, coloro che, come questo sito, informano e discutono di problemi locali che hanno a che fare con le scelte della politica, debbono allargare il loro sguardo almeno fino alla dimensione complessiva dei comuni che compongono l’Unione stessa. Lo spirito è sempre quello di completare l’informazione della pubblica opinione, anche con elementi di critica che possano aiutare a sempre migliorare le scelte nell’interesse di tutti noi cittadini, sulla base dei principi, di democrazia, uguaglianza e merito.

Con questo intento parlo brevemente della pista ciclabile Faenza Granarolo, per la cui realizzazione si è nella fase del bando per l’assegnazione dei lavori. Si tratta di una bella opera richiesta da tempo dai cittadini di Granarolo Faentino e dalle Associazioni ambientaliste di Faenza, assunta dall’Amministrazione comunale, che la realizza con finanziamenti propri ed europei veicolati, se non erro, tramite il Ministero dell’Ambiente. Vale giusto la pena ricordare come, inizialmente, quei finanziamenti europei fossero stati destinati alla costruzione della pista ciclabile Faenza – Castel Bolognese, con l’unanime consenso delle due amministrazioni. Poi hanno cambiato destinazione, certamente con il consenso delle amministrazioni stesse.

Ognuno giudicherà per se. Io penso si sia commesso un errore. Penso, senza nulla togliere all’opera faentina, che fosse stato prioritario il collegamento fra Faenza e Castel Bolognese. Ogni persona può benissimo capire il perchè. Basta valutare la pericolosità della via Emilia nel tratto di cui si parla, la diversa condizione in cui sono costrette a muoversi le bici della via Emilia da quelle che transitano lungo la strada del Naviglio.

Capisco. La ciclabile da Faenza a Granarolo ha una connotazione prettamente naturalistica e ambientalista che rispetto totalmente. Molto probabilmente sarà ad uso di un pubblico particolare, ben diverso da quello delle centinaia di cicloturisti che ogni giorni transitano – sostanzialmente già protetti – lungo la Naviglio e che certamente non lascieranno il fondo asfaltato per un fondo in ghiaietto. La ciclabile sulla via Emilia, da Castel Bolognese a Faenza, invece, avrebbe avuto marcatamente l’aspetto di un’opera a tutela degli utenti più deboli, oggi in grande pericolo. Oltre che quello di decongestionare, seppure in piccola parte, la via Emilia da un traffico veicolare veramente abnorme.

Che dire? Si ripete in piccolo la storia già vista con la tanto agognata circonvallazione, quando, molti anni fa, i finanziamenti già decisi per l’opera castellana furono dirottati ad Alfonsine. Ancora una volta la comunità di Castel Bolognese è caduta nel cono d’ombra.

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