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Zibello: lo strolghino dei primati
Zibello: lo strolghino dei primati

Abbiamo trascorso questo fine settimana a Zibello per una sagra davvero interessante. Vengono messi in tavola i prodotti tipici che contraddistinguono la cittadina. Al centro il maiale e i suoi derivati. Attorno una vetrina di tutto il territorio della Bassa Parmense con i suoi prodotti specifici, di buona qualità, ma anche il paesaggio e i piccoli centri.

Un filo logico lega questa sagra ad altri tre piccoli comuni dove si svolgono iniziative analoghe nei restanti fine settimana di novembre. Ognuna ha al centro il suo prodotto caratteristico, ma tutte comprendono l’intero territorio. Le esposizioni inoltre accolgono contributi culinari da altre località italiane, di buona qualità e legati al locale.

Allora accanto al culatello, alla mariola, allo strolghino, al cappello da prete, alla spalla cotta di San Secondo, trovi la fontina della Valle D’Aosta, la toma piemontese, il bagoss delle alpi bresciane, le olive taggiasche, la pattena e la mostada di Cremona. Ma anche il pane di Altamura, il panigaccio di Podenzana, i pici toscani, il gorgonzola al cucchiaio, il tosone fresco, i funghi di Borgotaro, e tanto altro. Si tratta di prodotti di grande qualità e prestigio capaci di attirare tantissime persone (si calcola che nei quattro appuntamenti partecipino oltre 80.000 persone provenienti da tutto il territorio nazionale) che danno impulso anche al settore dell’ospitalità quali gli alberghi, gli agriturismi, i B&B che, grazie a queste sagre, negli ultimi anni è fortemente cresciuto. Questa è una concezione delle sagre che unifica il territorio, che crea sinergie, che mette assieme risorse, che fa capo ad un progetto di ampio respiro. Che da buoni frutti. Un modello, se così si può dire, a cui potrebbero ispirarsi anche le nostre amministrazioni comunali e le varie Pro Loco che organizzano le sagre locali.

Ps – Parlando della sagra del Bracciatello di Castelbolognese, dissi che forse era il caso di aprire una riflessione. Daccordo, io sono un semplice cittadino a cui si può tranquillamente dire “chissenefrega di ciò che pensa quello”, ma qualche amministratore, sindaco o assessore, qualche dirigente della Pro Loco, potrebbe battere un colpo e fare sapere come la pensa. Potrebbe perfino essere un piccolo contributo che si offre allo sviluppo dell’economia locale per riparare qualche crepa che si sta aprendo.

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