Politica

L’Unione non penalizzi i comuni minori

Castel Bolognese - Museo all'aperto - Monumento ad Armando Borghi (Biancini)

Dopo Brisighella, anche il Consiglio comunale di Faenza ha rinviato l’approvazione dello statuto dell’Unione dei comuni della Romagna faentina. A me pare normale che una decisione importante come questa, possa originare supplementi di discussione e di approfondimento. In sostanza, si decide l’assetto amministrativo per i prossimi decenni; scelta che avrà evidenti riflessi sulla popolazione. Torno ancora sull’argomento per contribuire alla discussione, visto che il passato di amministratore mi ha consentito di conoscere diverse problematiche attinenti al tema in oggetto.

Ancora una volta, mi pongo dal punto di vista dei comuni minori. So per esperienza che trattare con Faenza è difficile. Troppo ampia è la disparità di censo e di interessi. Pur senza che nessuno lo voglia, si rischia di essere fagocitati. Tuttavia l’esperienza del passato dice che, battendosi con energia, si possono marcare dei risultati. Lo testimoniano per noi l’ottenimento della seconda Asp, la favorevole ripartizione di finanziamenti regionali che hanno aiutato Castel Bolognese e Brisighella a sistemare le loro Case Protette, la positiva esperienza della gestione associata dei Servizi Sociali e altro ancora. Naturalmente non è che Faenza sia cattiva, è che si trova oggettivamente collocata su un piano diverso rispetto ai comuni vicini. E’ quindi obbiettivamente difficile realizzare la pari dignità e il riconoscimento del merito, concetti di cui parlavo in uno dei precedenti articoli. Purtuttavia bisogna trovare un compromesso alto e questo richiede tempo, perseveranza e capacità. E’ necessario che questo avvenga a tutti i livelli in cui si articola la discussione, da quelli politici – sindaci e assessori – a quelli tecnici.

I maggiori problemi che io vedo sono questi. Partendo dall’assunto che mettere in comune ambiti decisionali e servizi è giusto, perchè serve a diminuire il costo della pubblica amministrazione e a mantenere un elevato livello di servizi, anche nei comuni piccoli, non bisogna pensare che i benefici, sia economici, che tecnici, si vedano subito. Anzi, penso che per alcuni anni i costi possano aumentare. L’armonizzazione delle procedure e del personale, con le necessarie fasi transitorie, costeranno un prezzo. Il secondo problema sta nel trovare il giusto equilibrio fra i diversi pesi delle singole amministrazioni. Da castellano mi chiedo, ad esempio, quale ruolo avrà il comune più importante, dopo Faenza. Il terzo problema riguarda i cittadini, ossia noi tutti. La domanda è: dove saranno allocati i centri direttivi dei vari servizi conferiti in Unione e, sopratutto, dove e con quali modalità questi servizi saranno resi ai cittadini? Le poche notizie che ho dell’esperienza di unione del lughese, parlano di un rilevante disagio per molti cittadini, costretti a peregrinare di comune in comune per accedere a determinati servizi.

Ecco quindi come non ci sia nulla di strano se qualche tappa slitta, qualora le motivazioni siano gli obbiettivi della conoscenza, della trasparenza e del coinvolgimento responsabile dei cittadini.

Si va verso l’Unione dei comuni del faentino

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