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Polesine in camper

Fratta Polesine - Villa Badoer
Fratta Polesine – Villa Badoer

Per diverso tempo Polesine è stato sinonimo di povertà e arretratezza. Adesso si presenta come terra ospitale e che ha molto da offrire ai visitatori che amano la natura, il paesaggio e l’architettura.

Abbiamo fatto una visita in camper nei giorni a cavallo della Pasqua – quest’anno bassa – in alcuni paesi della riva sinistra del Po. Siamo rimasti sorpresi, oltre che dal sistema di regimazione delle acque – ma era facile prevederlo, visto i luoghi – dall’architettura dei piccoli centri storici e dai tanti manufatti di antico pregio. Purtroppo, gli uni e gli altri, bisognosi di sollecite cure.

Usciti dall’autostrada ad Occhiobello (Ferrara Nord) la visita è partita da Ficarolo, piccolo paese di duemila anime, adagiato sulla riva sinistra del Po. Sosta in un grande parcheggio gratuito vicino alla piazza, dotato di due colonnine per la luce e di acqua per il carico (ma non dello scarico).

Il piccolo centro storico è dominato da una imponente Chiesa arcipretale e da un alto campanile pendente. Con i suoi 72 metri di altezza è il terzo del Veneto. Di un certo interesse palazzi storici e vecchie ville, fra le quali primeggia la Villa Giglioli, con il suo grande parco. Una scalinata, in fondo alla strada centrale, porta sulla riva del Po. Qui il fiume si presenta come una riviera, con diversi punti di attracco e sedi di attività sportive e per il divertimento. In cima alla riva si può comodamente passeggiare, andare in bici e anche a cavallo. La campagna appare fertile, ma anche spoglia. Forse queste zone non si sono ancora riprese dal danno loro provocato dalla cessazione della coltivazione della barbabietola voluta dalla Comunità europea. Infine, una grande struttura residenziale per anziani ed handicap ci segnala una situazione di storica arretratezza economica e di malattie.

La visita è proseguita a Castelmassa dove abbiamo potuto godere di una ottima area camper (carico e scarico) situata in una piccola area attrezzata in cima all’argine del fiume. La cittadina mostra la stessa pianta di Ficarolo: una grande chiesa rivolta verso il fiume, con ampia piazza davanti e con la strada centrale che la collega all’argine del fiume che si risale con una bella scalinata. Il fiume è qui molto ampio, frequentato da pescatori acquartierati in grandi tende e dediti non so a quale pesca. La cittadina è sovrastata sul lato nord da una grandissima fabbrica chimica, di proprietà americana che produce prodotti per l’industria dolciaria. Oltre a rilasciare un continuo rumore di fondo, non è di buon impatto, ma è certamente utile per dare lavoro ad una zona che appare veramente degradata.

Desideravamo visitare Bergantino, ma siamo stati dissuasi da una area camper bella – però veramente troppo distante dal centro abitato – e dalla chiusura del Museo della giostra. Allora abbiamo puntato su Badia Polesine, cittadina di notevole importanza storica. Sorge nel quinto secolo dopo Cristo, attorno ad una Abbazia dei Benedettini chiamata S. Maria della Vangadizza. Attorno a questa struttura e alle sue varie dominazione si espande un bel centro storico, impreziosito dalla sinuosità di un canale chiamato l’Adigetto. La visita all’Abbazia non è possibile, mentre si può accedere al suo ampio Parco. Qui abbiamo incontrato una persona gentile che ci ha parlato a lungo – con convinzione – della funzione storica del piccolo borgo. Non mancando di farci notare una lapide che ricorda la sepoltura del marchese d’Este Alberto Azzo, sposato con Cunizza di Altdorff, da cui sono discese numerose case regnanti europee, fra le quali quella della Regina d’Inghilterra. Sorpresi di quest’ultima informazione, ci siamo chiesti quel utile potesse derivare alla cittadina il far conoscere convintamente questo dato agli inglesi. Anche Badia Polesine dispone di un’area camper, che non abbiamo utilizzato.

Da Badia a Lendinara, appena nove chilometri. Per la sosta una bella area dalle parti del campo di calcio. Illuminata, con carico e scarico e gratuita (come tutte quelle incontrate). Stiamo notando come la visita sia un crescendo di interesse. L’Adigetto rende Lendinara davvero bella. Vi si affacciano colorate case e palazzi storici, fra i quali il Teatro Sociale, presenza caratteristica e significativa di tutti i paesini visitati. Si nota con grande piacere la fioritura dei tanti ponti che collegano le due sponde. Lendinara è importante dal punto di vista storico, culturale e religioso. Lo deduciamo dalla funzione che svolge la biblioteca comunale, dal senso civico – gradito – che esprimono i suoi addetti e dalla presenza di una chiesa, il Santuario del Pilastrello, che si avvale in questo periodo del rango di Basilica giubilare. Visitando la chiesa e il suo chiostro si coglie il senso della profonda religiosità del luogo e della devozione dei numerosi cittadini che la frequentano.

Ultima tappa Fratta Polesine. Sostiamo in una bell’area camper in centro, con carico e scarico, servizio di bike sharing, tavolini per il pic-nic. Fratta è per me una vera sorpresa. Per visitarla non basta una giornata. Avevamo un giorno e siamo partiti da Villa Badoer (patrimonio Unesco), del Palladio. Con un biglietto cumulativo di 6 euro abbiamo potuto visitare il Museo archeologico e la mostra degli Uscocchi organizzati nelle barchesse e il Palazzo. E in aggiunta, il palazzo di Giacomo Matteotti qui nato e vissuto.

La mostra al Museo archeologico si basa sui ritrovamenti del sito della Frattesina (frazione di Fratta) e dalla sua immensa Necropoli, la più ampia d’Europa.

La mostra degli Uscocchi ci parla di corsari dell’Adriatico, di origine slava, che per anni, con gesta leggendarie, tennero in scacco la potente flotta dei Dogi di Venezia. Non conoscevo questa storia e ne sono rimasto colpito e affascinato.

Il Palazzo è molto bello. Oltre che per lo stile famoso del Palladio che lo disegnò, attraggono le grandi decorazioni murarie, che purtroppo portano i segni del tempo. Particolarmente di una fase in cui le decorazioni vennero scalpellinate per fare attecchire un intonaco monocolore, poi rimosso nel secolo scorso.

La casa di Giacomo Matteotti ci documenta della vicenda umana e politica di un grande italiano. Un socialista, ucciso dai fascisti nel 1924, che sacrificò la sua vita per gli ideali di libertà e giustizia.

Abbiamo potuto ammirare dall’esterno anche la grande villa dei Carbonari del luogo. La visita è consentita dalle ore 15 alle ore 16 di ogni sabato. Siamo arrivati qualche minuto dopo, abbiamo suonato, ma una persona, dall’aspetto vagamente carbonaro, ha opposto un gentile rifiuto. Eravamo fuori dal tempo consentito. Un leggero rammarico per noi, ma lo sprone per una nuova e più accorata visita di questa cittadina veramente interessante.

Che dire in conclusione? Si tratta di una visita certamente gradevole per coloro che fanno della particolare vivibilità dei piccoli centri, della storia minore del nostro popolo, del paesaggio gli incitamenti del proprio andare. Viaggiare qui in camper è piacevolissimo; ovunque si è accolti volentieri, i servizi sono quasi sempre adeguati. Davanti ad ogni monumento interessante è posta – per ottima iniziativa della Regione – una targa che indica un numero verde, chiamando il quale una voce fornisce le informazioni basilari del manufatto. Le cittadine sono gradevolmente curate e apparentemente tranquille. E’ gradita e piacevole la comodità dell’andare in bici o a piedi nelle comode ciclabili che si snodano sull’argine del fiume e sui vicini canali. Una pecca, se così si può dire, è costituita dal fatto che manca ai visitatori il collegamento col territorio costituito dalla proposta dei prodotti del luogo.  In quattro giorni abbiamo incontrato 8 camper, davvero pochi rispetto le potenzialità e i servizi offerti. Un elemento sul quale gli amici camperisti, spesso accatastati in luoghi inospitali, potrebbero riflettere.

Domani metterò una esauriente galleria di foto dei luoghi visitati.

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