AmbienteCastel Bolognese

Torniamo alla Pocca

Tebano (10)Domenica 28 settembre, una Gita al fiume per riscoprire la Pocca. E’ questa l’iniziativa che l’Associazione Amici del Senio propone, per celebrare uno dei ricordi più fulgidi dei cittadini castellani.
La Pocca era una sorgente di acqua sulfurea, meta di ritrovo e di festa, sacrificata al progresso. Si trovava in un boschetto a pochi metri dal letto del fiume, dalla parte di Faenza, in corrispondenza dell’attuale parco fluviale. Era collegata alla riva castellana con una “passerella” in legno. Sparì negli anni sessanta causa i lavori della cava di “marzana” per costruire l’Autostrada per Ravenna. Oggi, a ricordarla, pare rimanga ancora un manufatto.

In questi giorni, grazie ai tecnici del comune di Faenza, sono venuto in possesso di una documentazione ricca di ricordi e di aneddoti. Gli Amici del Senio si impegneranno per realizzare un sogno: il sogno di fare tornare alla luce quella fonte, così cara ai cittadini di Castel Bolognese.

Mi spiego. L’Associazione di volontariato Amici del fiume Senio ha come obiettivo principale quello che si realizzi un percorso ciclo-naturalistico lungo il Senio dalla collina al mare. L’idea è sostenuta dai tanto luoghi di interesse che si incontrano percorrendo le rive del Senio. Da quelli storici legati alla Linea Gotica, a quelli culturali e artistici come l’Arena delle balle di paglia, a quelli ambientali e naturalistici come, appunto, la fonte della Pocca e a tantissimi altri. Uno degli ambiti più interessanti e belli del Senio è nel territorio di Castel Bolognese/Faenza. Quello che va da Tebano al Ponte del Castello.

Provate a pensare a Tebano, alla sua Basilica e al suo centro eno-culturale; alla diga steccaia di derivazione leonardesca e alla traversa ad cui nasce il Canale dei Molini; all’apprezzato parco fluviale comunale e allo spettacolo del paesaggio che si incontra da quelle parti. Aggiungete la rinascita della Pocca, vicinissima al Parco geologico appena finito nei terreni della Cava Falcona, mettete due “ponticelle” a collegare le due rive del fiume e Castel Bolognese con Faenza: aggiungete il Molino di Scodellino che sta per rivedere la luce, collegate il tutto con un percorso pedo-ciclabile e ditemi se questo non può diventare un distretto naturalistico e ambientale di grande pregio. E interessante anche dal punto di vista dell’economia territoriale.

Avremo tempo per parlarne. Intanto chiedo a tutti coloro che hanno ricordi, scritti, fotografie della Pocca di contattarmi (3400532380 oppure scrivere a domenicosportelli@gmail.com ). Nulla andrà perso e tutto servirà per realizzare questo bellissimo sogno.

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